Titolo originale: Elle s'appelait Sarah
Nazione: Francia
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 106'
Regia: Gilles Paquet-Brenner
Sito ufficiale:
www.sarahskey.com.auSito italiano:
www.luckyred.it/lachiavedisaraCast: Kristin Scott Thomas, Mélusine Mayance, Niels Arestrup, Frédéric Pierrot, Michel Duchaussoy, Dominique Frot, Natasha Mashkevich, Gisèle Casadesus, Aidan Quinn
Produzione: Hugo Productions
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 13 Gennaio 2012 (cinema)
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La chiave di Sara è, a mio avviso, un piccolo gioiello, che è stato ingiustamente criticato e troppo sottovalutato.
Non è un documentario sull'olocausto e non è neanche un film di denuncia, almeno non apertamente.
La chiave di Sara è innanzitutto il racconto di una storia, la storia di una bambina che ha vissuto sulla propria pelle uno degli episodi legati al periodo della seconda guerra mondiale meno conosciuti ( e già solo questo è un merito alla pellicola, fatti meno noti non sono per questo meno crudeli e veritieri ): il prelevamento coatto degli ebrei parigini trasportati in massa nel Vélodrome d'Hiver , prima tappa verso la deportazione nei campi di concentramento.
La narrazione avviene tramite gli occhi di una giornalista francese dei giorni nostri con il gusto per la ricerca della verità che non è solo verso questa bambina (Sarah Starzynski ), ma anche verso la propria famiglia in un crescendo di destini incrociati a ritroso nella storia.
Quindi la storyline è un'alternanza tra il passato e il presente, di episodi strettamente legati a Sarah e le tappe che la giornalista intraprende passando da un indizio all'altro, fino ad arrivare all'anello di congiunzione.
Ci sono vari generi che si intrecciano senza mai risultare ridondanti o contrastanti fra loro e la tensione rimane fino alla fine.
C'è una frase a mio avviso emblematica di tutto il film che non vuole fare un finto e facile moralismo giornalistico come spesso accade quando si parla di queste tematiche, rivolgendosi infatti ad una sua giovane collega che non esita a tacciare le persone che all'epoca hanno visto e non hanno fatto nulla, lei le dice: tu che avresti fatto?
Forse alla fine si perde un po' e la storia prende una brusca accelerata... ma è l'unica cosa che si può recriminare al film.
Il titolo originale è Elle s'appelait Sarah, che, anche se questa volta la trasposizione in italiano non è agghiacciante come al solito, secondo me rendeva molto meglio e bisogna guardare il film per capirlo.
Tratto dall'omonimo romanzo di Tatiana De Rosnay
Voto: 8