Albert Nobbs

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view post Posted on 24/2/2012, 18:00     +1   -1
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albertnobbs

Nazione: Regno Unito
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 113'
Regia: Rodrigo García

Cast: Glenn Close, Mia Wasikowska, Jonathan Rhys Meyers, Aaron Johnson, Brendan Gleeson, Janet McTeer,
Brenda Fricker, Mark Williams, Maria Doyle Kennedy, Pauline Collins, Bronagh Gallagher

Data di uscita: 10 Febbraio 2012 (cinema)


Trama:

Albert Nobbs è travestita da uomo per poter lavorare e sopravvivere nell’Irlanda del XIX secolo, più di trent’anni dopo si ritrova prigioniera della sua stessa finzione.

Fonte scheda film-up

Decisamente un film che merita almeno un oscar...m'è piaciuto però nn mi aspettavo il finale triste nn l'avevo capito guardandolo che sarebbe finita così ..immaginavo che nn finiva a tarallucci e vino ma di sicuro nn così....non mi piace quando i cattivi vincono sempre ed i buoni l'hanno sempre nel culo anche in un film(chiedo scusa x il linguaggio scurrile).

Il tema di fondo x quanto mi riguarda era cercare d fare del bene e allo stesso tempo trovare un posto nella società dove ognuno cerca di vivere al meglio la propria esistenza ma in questo film tutte le persone buone perdono chi x un motivo chi x altro....e tutte quelle cattive vincono chi x un motivo chi x l'altro....quando invece cn un pò di sale in zucca potevano vivere tutti cn dignità e serenità..

il finale-finale cioè gli ultimi 5 minuti dà uno spiraglio di speranza x chi è rimasto senza niente in mano ma con solo i cocci della propria vita da rimettere in sesto perchè si fà l'unica cosa giusta da fare..aiutarsi a vicenda...

assolutamente da nn leggere lo spoiler se si ha intenzione di vedere il film
praticamente il protagonista muore e la stronza della datrice di lavoro deve aver trovato il suo nascondiglio
dove teneva i soldi che conservava cn tanto parsimonia x il suo sogno, e si permette pure di deriderla x il ruolo che si era inventata per lavorare.....


Reinserita locandina


Edited by leonessa78 - 15/1/2016, 08:37
 
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view post Posted on 2/4/2012, 23:51     +1   -1
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volevo condividere la mia "recensione" su questo piccolo capolavoro

Edited by AdminAtuttoCinema - 3/4/2012, 21:02
 
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view post Posted on 3/4/2012, 20:03     +1   -1
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that's all folks !

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Ciao, sono l'admin del forum, ti ho cancellato il link perchè lo consideriamo spam verso un sito esterno, se vuoi puoi fare un copia ed incolla della tua recensione e al limite mettere il link alla fine del testo , grazie ^^
 
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view post Posted on 3/4/2012, 20:21     +1   -1
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Recensisco solo ora il film “Albert Nobbs”.
Quest’anno è stato un grande anno per il film che hanno parlato di identità/ruolo di genere spesso rimanendo volutamente indefiniti.
Dopo “Romeos”, che narra l’amore omosessuale tra un ftm e un ragazzo biologico, abbiamo potuto vedere Tomboy, che, come “La mia vita in rosa” lasciava allo spettatore molti interrogativi e sfumava nella nebulosità, lasciando, come al solito, ogni comunità a rivendicare il film come proprio.

E’ poi giunto il momento di “Albert Nobbs”, pellicola voluta da Glenn Close, dopo che per trent’anni l’ha portata in giro come spettacolo teatrale.

Nobbs è un cameriere rinomato ed apprezzato, che ha girato i migliori alberghi del Nord Europa. In un mondo e in un’epoca in cui i ruoli sono così definiti, dove è comune avere i capelli rossi e non avere barba, Nobbs passa quasi inosservato e fino alla morte nessuno si accorge che è biologicamente femmina.

Crede di essere l’unico finchè non conosce Hubert Page, anche lui “travestito”, ma, pur rimamendo nell’ambiguità (non si capisce se è una lesbica, una bisessuale, una persona che ha dovuto vivere al maschile per convenienza…), presenta una tipologia di ruolo di genere maschile totalmente diversa: Page è un uomo del popolo, un operaio…è disinvolto, guarda le donne con desiderio, nonostante il suo “passing” sia peggiore (l’attrice è stata anche meno sottoposta al trucco). Quando Albert conosce Hubert gli si apre un mondo. Hubert è quello che lui vorrebbe essere. E’ integrato, è normalizzato…ha una moglie, una casa, una vita privata, ha una persona che sa e accetta il suo segreto. Hubert, ex moglie di un ubriacone, assume la sua identità e diventa un’imbianchino. Poi “per frenare le malelingue”, sposa la sua coinquilina, che ama fino alla morte. Hubert è bene integrato nel suo ruolo di genere maschile e di “padre di famiglia”…ma forse è cosciente del suo essere comunque sempre una donna, tanto che è pur vero che a casa veste abiti maschili, ma “per prudenza”… (i vicini potrebbero vedere…).

Problematica la questione del doppiaggio. In inglese Albert e Hubert non si danno mai il maschile e il femminile. In italiano hanno scelto di far si che, con Hubert, che sa di lui/lei, Albert si dia il femminile (dice chiaramente: mi hai scopertA), ma poi vediamo anche che ha dei forti blocchi col suo corpo (magari anche dovuti alla paura folle di essere scopert*), e che quando viene chiesto il suo nome continua a dire che il suo “vero” nome è Albert, anche con l’unica persona che sapeva di lui, che poteva capire.
Tabaccheria A. Nobbs…la tabaccheria dei suoi sogni, quella che voleva aprire. A per cosa? Non lo sapremo mai…
Suggestione o disforia? In un mondo così sessista diventa difficile dirlo.
Del resto quando, nella seconda metà del film, Hubert propone ad Albert ingombranti abiti femminili, lui/lei corre sentendosi libera, mentre Hubert è quasi a disagio (e a dirla tutta esteticamente sembra una drag queen anche piuttosto brutta). Divertente il momento in cui Hubert e Albert escono da casa di Hubert vestiti da donne e un gentiluomo le saluta con galanteria…pone una riflessione agli osservatori più attenti su come l’abito faccia il monaco, e chi ha vissuto da travestito, transessuale o transgender lo sa bene.
Albert sogna una normalità, quella che è riuscito ad avere il più giovane Hubert. Una attività, una casa, e una normalizzazione sociale da sogno piccolo borghese. Non si sa se sia realmente attratto da donne ( è piuttosto asessuato), ma quando scopre che l’amico Hubert ha una moglie, una persona che sa il suo segreto e che lo accetta, si immagina come proprietario della tabaccheria, dove la gente andava a prendere il tè, nel loro salottino, con la moglie addetta alle faccende “da donna”…
Del resto prima di quel momento aveva già pensato di mettere a frutto i risparmi di una vita aprendo una sua attività. Ne parla col dottore. Lui dice “beh, una tabaccheria, una cosa da uomini…”, e Albert “ma al bancone potrebbe starci una donna…” (magari immagina se stesso libero dalla grande bugia che lo accompagnava dall’adolescenza)…ma il dottore rilancia: “prenderete moglie?”, come se stesse dichiarando che un’attività affidata a una donna è una follia..può essere al massimo una dipendente, o la moglie del padrone, nulla di più…
E quando inizia ad immaginare al suo fianco la graziosa quanto oca ragazza consigliatogli da Hubert, non è neanche in grado di baciarla o toccarla, e prova in realtà un grande affetto genitoriale per lei (che è un personaggio abbastanza stereotipato…ragazzina lasciva vittima di mascalzone che la lascia incinta ed abbandona).

Mi sorprende il fatto che la perbenista regia ha messo a queste due “donne” un trauma. Quello di Hubert è già stato enunciato, quello di Albert…una madre putativa, un’istruzione superiore, poi povertà e poi uno stupro di gruppo…e l’impossibilità di emanciparsi come donna…e lui amava il suo lavoro come cameriere elogiato da tutti per il suo zelo.
Le domande sulla sua identità, sull’accettazione da parte di una potenziale partner, se le fa solo dopo aver conosciuto Hubert, conoscenza che, involontariamente, lo porterà alla morte.
Del resto anche Hubert trovava la sua forza, ad esempio, nell’avere una compagna che lo accettava. “lei era il mio mondo” dirà quando lei muore.
In quell’episodio, Albert, confuso più che mai sul proprio orientamento sessuale, arriva a ipotizzare di andare a vivere con Hubert assumendo il ruolo della sua moglie defunta…e Hubert lo guarda scioccato ma comprensivo…alla fine Albert vorrebbe solo stare con una persona che lo accetta…nel film non prova desideri sessuali (l’unico momento in cui lo vediamo “sessuale” è quando sorride appena a una battuta maliziosa di una cameriera).

Tristissimo il finale, in cui, scoperto il suo segreto, tutti rinnegano la sua bravura come cameriere..lo privano di tutto…rubando ogni suo risparmio…privandolo anche della memoria.

Sembra quasi che l’unico ad accorgersi della realtà biologica di Albert e Hubert sia il bambino borghese vestito alla marinara, che, a inizio e fine film, li osserva pensieroso e poi quando viene guardato con freddezza, scappa.
 
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view post Posted on 15/1/2016, 08:38     +1   -1
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Ieri ho rivisto il film su Cielo e lo trovo un capolavoro come allora cn gli stessi commenti che feci in apertura post
 
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